In… Formazione: Lettera del vescovo ernesto per l’anno pastorale 2023-2024 – parte 4
A questo punto desidero condividere con voi alcuni passi da compiere a livello diocesano: non intendo condizionare il cammino delle singole Comunità, ma semplicemente dare qualche orientamento.
1) ORGANISMI DI PARTECIPAZIONE
Ormai sono molti anni che stiamo insistendo sul fatto che ogni Parrocchia, ovvero ogni Unità Pastorale, debba riuscire ad esprimere un adeguato Consiglio Pastorale ed un adeguato Consiglio degli Affari Economici.
L’obiettivo (minimo!) purtroppo non è stato ancora raggiunto completamente. Parlando con i Parroci, ho condiviso alcune difficoltà oggettive, ma non possiamo rassegnarci. Sarebbe assurdo parlare di Sinodo e poi non avere gli strumenti indispensabili per camminare insieme. Non solo vanno costituiti gli Organismi di Partecipazione, ma bisogna anche avviare un lavoro di formazione: speriamo che il prossimo anno si possano fare dei passi avanti in questa direzione. Tutto questo ci terrà molto impegnati. Quando parlavo di perseveranza (e di pazienza!) non ne parlavo a caso: a volte anche il perseguimento di alcune mète elementari è più faticoso del previsto.
2) Diocesi e Parrocchie
Diocesi e Parrocchie non sono due realtà parallele. A volte mi e capitato di sentire (direttamente e indirettamente) discorsi assurdi, dai quali traspariva una contrapposizione fra questi due elementi. Ovviamente una posizione di questo genere non solo è sbagliata, ma gravissimamente patologica. Tuttavia, al di là della patologia, qualche problema si pone. Percepisco che c’è una certa scollatura fra le proposte fatte dagli Uffici Pastorali e la vita concreta delle Parrocchie. Dobbiamo cercare insieme di guardare in faccia le difficoltà ed individuare le soluzioni.
Più in particolare, vorrei che lavorassimo insieme per rafforzare sempre più, a livello territoriale, alcune dimensioni fondamentali dell’azione pastorale. Mi riferisco soprattutto alla Pastorale Giovanile e Vocazionale, alla Pastorale Familiare e anche alla Testimonianza della Carità. Ovviamente queste mie considerazioni andranno approfondite, articolate, condivise. Stiamo facendo delle scelte coraggiose (penso, ad esempio, agli Assistenti Zonali per la Pastorale Giovanile e Vocazionale): anche in questo dobbiamo essere perseveranti e darci il tempo per assimilare delle forme nuove di azione pastorale. L’esperienza ci insegnerà a correggere eventuali errori e rafforzare le potenzialità.
3) PRESBITERI, RELIGIOSI E LAICI
Spesso oggi si parla del pericolo del clericalismo. Nel contributo della CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA alla fase continentale del Sinodo è scritto: Ci sono rigidità da superare: modi di intendere l’esercizio dell’autorità troppo verticistici, forme di clericalismo a vario livello (e non solo tra i presbiteri).
E Papa Francesco, in un discorso rivolto ai Referenti diocesani del Cammino Sinodale (25 maggio 2023), rincara la dose: Sembra che si insinui, un po’ nascostamente, una sorta di ‘neoclericalismo di difesa’. Il clericalismo è una perversione, e il vescovo, il prete clericale è perverso, ma il laico e la laica clericale lo sono ancora di più.
Anche qui le cose richiedono una riflessione attenta. Parlare di clericalismo non può significare uno svilimento del ruolo dei Presbiteri (e dei Parroci in particolare) nelle Comunità. Esprimo innanzitutto la mia gratitudine al Presbiterio della nostra Diocesi: in non poche circostanze ho fatto la concreta esperienza che non solo il vescovo, ma tutta la Diocesi può contare su di Voi (dai più giovani ai più anziani).
E questo è veramente un grande dono di grazia.
In secondo luogo, dobbiamo sempre più armonizzare le vocazioni all’interno della Comunità ecclesiale ma nella consapevolezza che il compito dei Pastori non è delegabile. Ciò richiede, da parte dei Presbiteri, una somma attenzione alla propria formazione che deve essere costante, molteplice e permanente.
Vescovo Ernesto