In… Formazione: Il PRIMO ANNO DEL Sinodo (5)

DISCERNIMENTO DEI CONTRIBUTI RACCOLTI

VI. DIALOGARE NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ

La pandemia, pur interrompendo molti cammini all’interno delle comunità parrocchiali, è stata però occasione per una grande testimonianza di solidarietà e carità cristiana nei confronti delle persone sole e disagiate, e anche con persone che normalmente non vivono il cammino ecclesiale o, comunque, lontane dalla fede. Il dialogo, per esempio, con le Amministrazioni Comunali, con la Protezioni Civile, le sedi della Croce Rossa, hanno permesso di aiutare i più bisognosi anche in tempi difficili: è stata vincente la collaborazione tra queste realtà e le Caritas parrocchiali.

È forte la voglia di ripartire come unica Chiesa. Per poter riuscire in questo compito è fondamentale il lavoro del Consiglio pastorale. Questo organismo viene, a volte, percepito come non rappresentativo dell’intera comunità parrocchiale, in quanto si riunisce principalmente per esaminare aspetti organizzativi delle celebrazioni liturgiche, piuttosto che per promuovere e coordinare tutta l’attività pastorale e formativa della Parrocchia.

VII. CON LE ALTRE CONFESSIONI CRISTIANE

In alcune realtà parrocchiali vive una folta presenza di gruppi di immigrati stranieri dove coesistono tradizioni religiose diverse: frequentando fuori Diocesi le loro comunità religiose, i tentativi di dialogo non hanno prodotto molti frutti. Altre realtà parrocchiali hanno avuto ed hanno esperienze positive con le comunità protestanti e con quella degli ortodossi rumeni. La Settimana per l’unità dei cristiani ha offerto occasioni per pregare insieme. Al momento il dialogo con le altre confessioni cristiane risulta un percorso ancora impegnativo. Un ambito preferenziale di dialogo è quello offerto dalle attività di assistenza promosse dalle Caritas parrocchiali.

VIII. auTORITÀ E PARTECIPAZIONE

Si riscontra un’incapacità di “delegare” i laici nella pastorale; e allo stesso tempo la necessità di “alleggerire” chi già svolge molti servizi, coinvolgendo le persone meno impegnate. È anche emersa una criticità legata ai responsabili dei gruppi, che a volte non si limitano a coordinare, ma si sentono “proprietari” del gruppo stesso, perseguendo degli obiettivi non sempre condivisi. A livello di autorità, la figura del parroco è affiancata dal Consiglio pastorale (ancora non presente in tutte le parrocchie), che viene coinvolto nella definizione degli obiettivi e nella loro attuazione, ma che risulta essere ancora bisognoso di formazione. A tal proposito vi è unanimità nel notare il tentativo positivo del nostro Vescovo di dotare la Diocesi di un piano pastorale con obiettivi e temi triennali che permette alle parrocchie di “camminare insieme”. È emersa l’esigenza di potenziare la collaborazione tra tutti gli Uffici pastorali, condividendo lo specifico di ciascuno di essi. Tutti gli Uffici dovrebbero essere più comunicativi e collaborativi tra loro, altrimenti rischiano di essere “isole” che lavorano per conto proprio.

Estratto dalla sintesi diocesana del primo anno del Sinodo