In… Formazione: Lettera del Vescovo Ernesto

per l’Anno Pastorale 2022/2023 – seconda PARTE

IL PROGETTO PASTORALE DIOCESANO

Alla luce di queste considerazioni, ho chiesto ai principali Uffici Pastorali di delineare un puntuale progetto pastorale diocesano per il prossimo triennio. Ovviamente il lavoro si è basato su alcune mie indicazioni e si è arricchito attraverso il confronto con gli altri organismi di partecipazione presenti nella nostra Diocesi.

Questa mia Lettera Pastorale ha il compito di rendere tutti partecipi del progetto che ci accingiamo ad intraprendere. Con molta semplicità desidero condividere con voi alcune riflessioni.

Mi hanno sempre colpito le parole contenute nel Libro del profeta Geremia (14,18), che si trovano nel breviario il venerdì della terza settimana:

Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare.

Nell’ultima traduzione curata dalla Conferenza Episcopale Italiana (2008), il testo di Geremia è reso in un modo ancora più incisivo:

Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere.

A volte queste parole mi sembrano esprimere esattamente la situazione di alcune realtà ecclesiali e la situazione della società in cui viviamo. Descrivono il fallimento delle Istituzioni (il sacerdote) e dei carismi (il profeta).

Queste parole diventano però stridenti, se paragonate con alcune parole di Gesù:

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt 28, 20)

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. (Mt 16, 18).

È vero che siamo chiamati ad intraprendere un cammino fatto innanzitutto di ascolto attento e disponibile, per poter essere in grado di ascoltare la voce dello Spirito; è vero che negli Atti degli Apostoli i credenti in Cristo sono definiti ‘quelli della via’ (cfr. At 9, 1-2), ma è altrettanto vero che il nostro camminare non è casuale, senza meta, senza punti di riferimento. Noi non possiamo essere (e per fortuna non siamo) come il profeta e il sacerdote di cui parla Geremia: nel nostro cammino abbiamo delle certezze assolute, che sono tali non perché sono frutto delle nostre capacità, ma perché provenienti da Gesù Cristo nostro Signore.

Ecco allora come concretamente vivremo la Prima Tappa del Cammino Sinodale (fase narrativa). Cercheremo di rispondere a questa domanda: quali sono i punti fermi del nostro cammino di fede e della nostra esperienza ecclesiale? La lingua latina di solito ci permette di esprimere, in modo estremamente sintetico, concetti complessi: l’affermazione che ci accompagnerà in questa prima tappa, sarà quindi: ecclesia super petram ædificata.

  Vescovo Ernesto