In… Formazione: Lettera del vescovo ernesto per l’anno pastorale 2024-2025 – parte 1
Ecclesia sicut sponsa ornata
Carissimi, nel bellissimo undicesimo capitolo del libro del profeta Osea si trova, al versetto 7, un’espressione che indica perfettamente l’obbiettivo che desidero dare alla Chiesa Sabina nell’anno pastorale che stiamo per iniziare:
Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto,
nessuno sa sollevare lo sguardo.
In questi ultimi anni abbiamo fatto un percorso molto puntuale.
Ci siamo interrogati (anno pastorale 2022-23) sui punti fermi della nostra esperienza di fede, del nostro impegno di annunciare il vangelo e della nostra vita ecclesiale (Ecclesia super petram aedificata). L’assenza di punti fermi porta o al soggettivismo o, peggio, al pessimismo.
Ci siamo poi fermati (anno pastorale 2023-24) sull’invito permanente che Gesù ci rivolge: convertitevi e credete al Vangelo (Ecclesia semper purificanda est). Questo invito ha una valenza personale, ma ha una valenza anche ecclesiale. Ci siamo posti un interrogativo molto preciso: a quale conversione la nostra comunità è chiamata?
GUARDARE IN ALTO
In questo anno pastorale che stiamo per iniziare, siamo invitati a compiere un ulteriore passo particolarmente impegnativo e al quale ho l’impressione che si dedichi pochissima attenzione.
E invece, il passo che vi invito a fare, determina sostanzialmente la qualità, lo stile, lo spessore della nostra fede, della nostra vita spirituale, della nostra esperienza ecclesiale. La vita del credente e la vita della Chiesa è tutta protesa verso l’eternità (Mt. 16,26):
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Con molta chiarezza vi dico che chi non ha questo sguardo rivolto verso l’eternità non capisce nulla del presente e tantomeno è capace di guardare al futuro.
Siamo chiamati a guardare in alto. Questo atteggiamento spirituale non ci distoglie dalla concretezza della nostra vita. Semplicemente ci aiuta a capire la nostra vita, le nostre esperienze, anche quelle apparentemente più banali. Desidero sottolineare che questo sguardo è essenziale per tutti, ma a maggior ragione è essenziale per chi è chiamato a guidare, come pastore, una comunità e per chi, in una comunità, ha compiti di responsabilità.
Questa attitudine si acquisisce certamente con il tempo e richiede una maturità spirituale, ma a questa maturità dobbiamo educarci ed educare. Provo ora a indicare i passi di questa formazione allo sguardo rivolto verso l’alto, che faremo quest’anno.
Vescovo Ernesto