In… Formazione: Lettera del vescovo ernesto per l’anno pastorale 2024-2025 – parte 4
Ecclesia sicut sponsa ornata
Un’ultima annotazione mi preme sottolineare.
L’intento dell’autore del libro dell’Apocalisse è quello di consolare i fratelli e i compagni nella fede che si trovavano nella tribolazione a causa delle persecuzioni. E questo obbiettivo Giovanni lo raggiunge ‘togliendo il velo’ (questo significa letteralmente il termine ‘apocalisse’) e aiutando così ad allargare l’orizzonte, a vedere ciò che non si vede. Per capire questo è interessantissimo un episodio del ciclo di Eliseo, perseguitato dal re di Damasco (2 Re.6, 8-23):
Il Re di Damasco disse: «Andate a scoprire dov’è costui; lo manderò a prendere». Gli fu riferito: «Ecco, sta a Dotan». Egli mandò là cavalli, carri e una schiera consistente; vi giunsero di notte e circondarono la città.
Il servitore dell’uomo di Dio si alzò presto e uscì. Ecco, una schiera circondava la città con cavalli e carri. Il suo servo gli disse: «Ohimè, mio signore! Come faremo?». Egli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro». Eliseo pregò così: «Signore, apri i suoi occhi perché veda». Il Signore aprì gli occhi del servo, che vide. Ecco, il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.
I PASSI CONCRETI DA FARE
Impostare in questo modo l’anno pastorale un po’ mi spaventa. Il tema scelto potrebbe risultare un tema astratto. Eppure questa capacità di “vedere” è fondamentale. Senza questa capacità non si riescono a scorgere i punti fermi della fede e dell’esperienza di Chiesa e non si riesce ad entrare in un dinamismo di perenne conversione. Concludere il triennio pastorale contemplando la Gerusalemme celeste è, nonostante le difficoltà, entusiasmante: magari si riuscisse a crescere spiritualmente in questa capacità di guardare in alto!
Concretamente, il sussidio per la lectio divina si baserà sul libro dell’Apocalisse. Il sussidio, molto ampio e articolato, è stato preparato dal prof. Giuseppe De Virgilio, che ringrazio vivamente. Ovviamente, in questa contemplazione della Gerusalemme celeste, ci si potrà servire anche di altri strumenti. Penso, per esempio, agli Atti degli Apostoli. Penso alle parole con le quali nel Credo vengono indicate le caratteristiche della Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica. Penso alle immagini della Chiesa usate nei documenti del Concilio Vaticano II.
Ovviamente ci saranno delle domande, che accompagneranno trasversalmente il nostro cammino di ascolto della Parola di Dio e di preghiera:
Che significa che la chiesa è «sposa» e perché si usa questa immagine?
Quali ornamenti, quali gioielli rendono la sposa ancora più bella?
Quali di questi ornamenti sono già presenti nella nostra Chiesa Sabina e nelle nostre comunità parrocchiali? E quali bisognerebbe acquisire?
Concludo le indicazioni per il nuovo anno pastorale con una sottolineatura. Al centro della nostra attenzione, come negli anni precedenti, c’è la Chiesa. Ma questo non significa che ci stiamo ripiegando su noi stessi. Noi guardiamo alla Chiesa, che si incarna nelle nostre comunità parrocchiali, per essere sempre più capaci e adeguati alla missione che Gesù ha affidato agli apostoli e a ogni credente: andate in tutto il mondo e annunziate il Vangelo. Chiesa, vita spirituale, testimonianza evangelica: sono tutti temi intimamente connessi tra di loro.
Vescovo Ernesto