In… Formazione: Lettera del vescovo ernesto per l’anno pastorale 2024-2025 – parte 3
Ecclesia sicut sponsa ornata
COME IMPARARE A GUARDARE IN ALTO
Alcune idee ci devono essere chiare. Anzitutto la Chiesa è una realtà terrestre e insieme celeste: è una realtà storica e concreta ma è anche un mistero che precede e trascende la storia. Il disegno divino di costituire una comunità di chiamati precede la storia, come attesta l’Apostolo (Ef 1,4-5; cf. Rm 8,28-30) quando afferma che in Cristo il Padre
[…] ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà
E il mistero della Chiesa attraversa la storia, come insegna il Concilio Vaticano II: il Padre
ha voluto convocare i credenti in Cristo nella santa Chiesa, la quale, già prefigurata dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica alleanza, stabilita negli ultimi tempi, è stata manifestata con l’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli (LG 2).
La Chiesa dunque trascende la forma che di volta in volta assume nella storia: la Chiesa è una realtà che va al di là dei limiti spazio-temporali nei quali si svolge la nostra esistenza; la precede, perché è voluta dal Padre da prima della creazione, e la seguirà perché attende di essere compiuta alla fine dei tempi.
Nella lettera agli Ebrei si dice (8,5)
Questi [i sacerdoti dell’Antica Alleanza] offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: «Guarda – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte».
Dobbiamo imparare a guardare in alto perché la Chiesa non è qualcosa che si edifica secondo i nostri gusti o, peggio, secondo i nostri interessi. C’è un modello che ci viene mostrato «sul monte», cioè nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera. È a questo modello che occorre riferirsi, non a considerazioni puramente umane.
Continuando questa riflessione desidero sottolineare che queste due dimensioni terrestre-celeste, costitutive della Chiesa, sono molto marcate nella liturgia, soprattutto nella liturgia eucaristica. Non solo si celebra «nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo», ma si celebra insieme all’assemblea celeste. Nella Preghiera Eucaristica III si dice: Lo Spirito Santo faccia di noi un’offerta perenne a te gradita, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri, e tutti i santi, nostri intercessori presso di te.
E ancora. Le liturgie solenni, a cominciare dalla Veglia Pasquale, prevedono il canto delle litanie dei santi. La Chiesa terrestre celebra in comunione con la Gerusalemme celeste. Come si fa a imparare a guardare in alto? La liturgia è la grande scuola che ci educa a questo sguardo.
Vescovo Ernesto